Categoria: Grandi Temi
Come è noto, il Parlamento italiano, con voto praticamente unanime, ha condiviso la scelta dei bombardamenti sull’Afghanistan.
Non solo: il Governo è stato altresì autorizzato ad intraprendere eventuali azioni militari sempre a sostegno dell'iniziativa di guerra statunitense e proprio oggi il Presidente del Consiglio Berlusconi è andato ad offrirsi e ad offrire l'Italia al presidente Bush in persona.
Pur consapevole di esprimere un’opinione minoritaria, sento l’obbligo ed il dovere di manifestare tutto il mio dissenso nei confronti di tanta cieca voglia di guerra.
Cieca perché non sa distinguere gli obiettivi; cieca perché troppo uguale, nei modi, a ciò che giustamente tutti noi abbiamo condannato.
L'atto di guerra contro gli Stati Uniti va chiamato con il proprio nome: una vera e propria rappresaglia indiscriminata, nazista, rivolta contro la popolazione inerme; e non c'è ragione al mondo che possa far comprendere e giustificare una simile scelta.
Ma proprio per questo, non si può improvvisamente rimanere indifferenti di fronte alle bombe americane sul territorio afgano.
Costringere ad inutili sofferenze un popolo di per sé già profondamente martoriato dal regime dittatoriale dei talebani, dovrebbe costituire motivo di profondo turbamento per tutte le coscienze democratiche.
Così però non è grazie all'alibi della guerra intelligente.
Ma c'è troppa ipocrisia nell'alibi della guerra intelligente.
Oltre alle vittime innocenti già colpite in questi giorni, i bombardamenti a tappeto, con l’inevitabile distruzione delle infrastrutture vitali per la vita di tutti i giorni e gl'inevitabili danni all'ambiente, produrranno sofferenze e lutti per molti anni a venire. Così è stato per l'Iraq e la Iugoslavia; così sarà per l'Afganistan.
Tutto ciò può essere compreso? giustificato?
No, la guerra con ogni mezzo, senza alcun riguardo per le sofferenze inferte alle popolazioni inermi, va respinta sempre.
Guai a considerarla, a seconda delle convenienze, giusta o necessaria.
Guai a fornire giustificazioni e legittimazione ai folli che l'11 settembre hanno ucciso migliaia di persone inermi.