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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Contro ogni forma di razzismo
All'una di notte, trovarvi tra i vicoli o davanti ad un grande albergo, in una strada larga e ben illuminata, a soli 50 metri dalla questura e a 50 metri dal municipio, non fa differenza: se siete stati puntati, il rasoio sotto la gola non ve lo toglie nessuno.


In genere, di fronte ad un titolo simile, l'autore si affretta a precisare che si tratta di una provocazione.
Non è questo il caso: non c'è nessuna "provocazione" con la quale nascondersi e nessun timore di essere accusati di farsi promotore dei soliti pregiudizi: i napoletani conoscono benissimo la realtà nella quale sono costretti a vivere e quali livelli di degrado e di rassegnazione regnino ormai sovrani. Vado quindi al sodo senza alcuna preoccupazione per i giudizi che potrebbero provenire dall'intellighenzia.
Centro di Napoli. In un raggio di 70-80 metri è possibile trovare: la sede della Provincia; la questura centrale; una sede distaccata della questura centrale; la Banca d'Italia, il Comune; nonché numerosi alberghi e i siti di maggiore interesse turistico.
In qualsiasi altra grande città italiana, una simile concentrazione di "obiettivi sensibili" è tale da sconsigliare vere e proprie aggressioni armate per rubare un orologio. Le probabilità d'incappare in una pattuglia di polizia o carabinieri, di ronda o posta a presidio di questi luoghi, a qualsiasi ora, sono troppo alte.
Napoli no: siamo di fronte alla classica eccezione che conferma la regola.
All'una di notte, trovarvi tra i vicoli o davanti ad un grande albergo, in una strada larga e ben illuminata, a soli 50 metri dalla questura e a 50 metri dal municipio, non fa differenza: se siete stati puntati, il rasoio sotto la gola non ve lo toglie nessuno. Inutile pure, per chi per caso o per forza capitasse lì ad assistere all'aggressione, come è capitato a chi scrive, urlare per richiamare l'attenzione: non arriverà nessuno, né prima, né durante, né dopo, a conferma di come Napoli costituisca un eccezione. Neanche un poliziotto in una città dove, è bene ricordarlo, la più innocua delle manifestazioni politiche è in grado di mobilitare decine e decine di celerini in assetto di guerra.
Evidentemente, la colpa dei napoletani, e di riflesso dei visitatori occasionali della città, è quella di non godere, in quanto città, dell'interesse di Bin Laden. Non essendoci pericoli di questo tipo, infatti, perché mai preoccuparsi di tutto il resto?
Unica speranza per i napoletani, quindi, è che quanto prima luoghi come la Questura o il Municipio, alberghi di lusso e siti turistici, divengano oggetto dell'interesse di qualche bombarolo di professione. Se qualche bomba, infatti, potrebbe voler dire una qualità della vita migliore per gli altri giorni dell'anno, ben vengano le bombe.
Direi di più: trasferiamo a Napoli le ambasciate dei Paesi più invisi al terrorismo internazionale, affinché anche i napoletani abbiano le loro "Via Veneto" dove poter godere delle bellezze della città senza l'eccessivo timore di rischiare la vita per quattro soldi (perché il problema non sono i quattro soldi, ma il rischio concreto che un semplice scippo possa tramutarsi in qualcosa di più tragico).
E soltanto allora, chissà, l'economia napoletana potrà sperare di decollare.
E sì, perché da parte di chi scrive, a Napoli per lavoro, l'aver visto quello che ha visto ha comportato la rinuncia a farsi raggiungere dai propri familiari. Per quanto poco, almeno 200-300 euro che non sono arrivati nelle casse della Napoli,  il 99% dei napoletani, che vive onestamente, ama la propria città e che merita di potervi vivere senza l'angoscia di doversi raccomandare per qualsiasi cosa.

Per concludere ... concludo affermando che si è trattato di una provocazione.
I problemi e la rassegnazione dei napoletani, infatti, non li potrebbe risolvere, indirettamente, neanche Bin Laden.
Al pronto soccorso potreste arrivarci per qualsiasi motivo, non solo in seguito ad un'aggressione.
E quanto visto al pronto soccorso di un ospedale di una nazione che partecipa agli incontri del G8, e che soprattutto organizza questi incontri all'insegna dell'intolleranza più totale, colpendo a sangue chiunque osi contestare le regole dei grandi della terra, è quanto di più desolante c'è da narrare.
Anche in questo caso, non essendoci manifestanti pacifici o bombaroli di professione nei dintorni, la terra di nessuno, con i sanitari costretti a lavorare neanche fossero in trincea, con familiari urlanti al seguito di pazienti non gravi da far visitare prima degli altri.
Certamente, i responsabili del degrado qui descritto ora faranno a gara per sminuire quanto raccontato: "pochi episodi che da soli non possono "infangare" (questo sarà il termine più usato) l'immagine di un'intera città".
Mi permetto di dare una risposta da subito: saranno pure pochi episodi, ma la rassegnazione ed il fatalismo che traspare dai commenti di chi a Napoli ci vive da quando è nato, da soli sono più eloquenti di qualsiasi racconto.

Franco Ragusa
 
Ps.: questa riflessione è stata ovviamente inviate al Sindaco di Napoli; al Presidente della Regione; nonché al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni.