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Purtroppo, di nuovo in evidenza: Contro ogni forma di razzismo
Dopo i padri che rubano la pensione ai figli, sconcerta non poco scoprire l'esistenza di un'altra insospettabile categoria di nemici del progresso: gli omini alle pompe di benzina. Sono troppi e per di più male utilizzati: per quale diavolo di motivo continuano, così in tanti, a mettere la benzina nei serbatoi delle macchine invece di dedicarsi ad altro?

Confesso di non aver mai nutrito particolare simpatia per la categoria dei "bottegai": venditori di salumi, vestiti o gioielli non ha mai fatto troppa differenza.
Vuoi o non vuoi, sotto il profilo politico si somigliano tutti: conservatori e facilmente attratti dai peggiori umori della destra. Chi ricorda una loro iniziativa che possa in qualche modo essere definita vagamente di sinistra?
Paradossalmente, però, considerati i tempi in cui viviamo, la serrata indetta dai benzinai sta costringendo anche un convinto nemico della categoria dei bottegai ad un supplemento di analisi.
Dopo i padri che rubano la pensione ai figli, sconcerta non poco scoprire l'esistenza di un'altra insospettabile categoria di nemici del progresso: gli omini alle pompe di benzina.
Sono troppi e per di più male utilizzati: per quale diavolo di motivo continuano, così in tanti, a mettere la benzina nei serbatoi delle macchine invece di dedicarsi ad altro?
Se la benzina costa circa 50 lire di troppo al litro, infatti, ciò è a causa di questi omini.
Facendo due conti nelle tasche della stragrande maggioranza degli automobilisti (percorrenza media tra i 200 e 500 Km. a settimana), una rapina di circa 4.000/8.000 lire al mese.
A fronte di queste incredibili somme rubate ai consumatori da questa massa di gestori e lavoratori "inutili", urge la modernizzazione della rete di distribuzione. Il tutto, chiaramente, e ci viene ricordato un TG sì e l'altro pure, per tutelare gl'interessi dei consumatori. Per non dire dell'effetto benefico sull'inflazione e quant'altro che risulta di difficile comprensione ... ma se lo dicono loro!
E tutti a dire di sì, da destra come da sinistra, con la confindustria e le associazioni dei consumatori in testa; il tutto, chiaramente, senza chiarire quale sarà il dopo che ci attende.
O meglio, il dopo è sin troppo chiaro se lasciato governare dai meccanismi del cosiddetto libero mercato. Il risultato prevedibile e apertamente perseguito, infatti, è una forte riduzione delle pompe con il personale addetto all'erogazione del carburante, con conseguente aumento della quota di pompe self service.
Insomma, pagheremo meno la benzina perché, a tutti gli effetti, riceveremo un servizio in meno.
E quale sarebbe in questo caso la convenienza per i consumatori? Nel poter-dover mettersi la benzina da soli per poter risparmiare!
A occhio, i conti non tornano: il gioco non vale la candela!
Perché rinunciare ad un servizio per un risparmio così ridicolo? E una volta spariti gli omini, chi ci garantirà che il risparmio non si trasformerà in maggiori guadagni per i gestori (quelli veri, le compagnie petrolifere) della rete distributiva?
Ma soprattutto, perché rischiare di avere qualche disoccupato di troppo che alla fin fine non potrà che ricadere sulle spalle della collettività, sempre e considerato il risparmio ridicolo di cui sopra?
Uno dei motivi ricorrenti portato avanti dai sostenitori di questa ennesima battaglia per il progresso, è che i posti di lavoro persi verrano riassorbiti grazie a non si sa bene quale meccanismo di sviluppo che si metterà in moto da solo. Allo stato attuale, però, di certo c'è solo che si dovrà trovare un lavoro per delle persone che oggi hanno il torto di ... avere un posto di lavoro!
Ma al di là di questo problema, che alla fin fine non ci riguarda direttamente in quanto consumatori (evanescente categoria dell'intelletto che viene di volta in volta invocata ad arte per demonizzare questa o quella categoria di lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi), non si capisce per quale motivo i diritti individuali del consumatore Franco Ragusa, che vuole pagare per ricevere il servizio alla pompa, debbano valere meno di chi preferisce invece fare da solo. Perché così deciderà il mercato? Perché il mercato decreterà la fine degli omini e ci costringerà tutti a divenire i benzinai di noi stessi?
Ebbene sì, anche da questa vertenza, all'apparenza banale come fenomeno sociologico, emerge una realtà di meccanismi nascosti che modellano la società e che incidono, imponendosi, sull'essenza dei diritti individuali, alla faccia delle promesse del liberalismo che di questi diritti si fa abusivamente portabandiera.
Volendo fare un esempio con altri settori, basti pensare alla censura occulta del mercato che di fatto decide cosa possiamo e non possiamo vedere al cinema: film come il "Dottor Zivago" oggi non potrebbero avere nessuna possibilità di trovare un circuito di distribuzione disposto a farli circolare, e il tutto senza scomodare nessun ufficio politico di censura.
E questo avviene anche per i beni di consumo tecnologici: non fu il mercato (dei consumatori o dei produttori?) a decretare che il peggior sistema di riproduzione video su nastro, il VHS, divenisse lo standard al quale ben presto tutti si sarebbero dovuti adeguare?
Barbarie per barbarie, allora, un po' di sano luddismo forse non guasta.
Consumatori che volete il servizio alle pompe unitevi! che si apra la guerra a quei consumatori, o meglio, a quei produttori che decideranno per tutti, in nome del mercato e quindi del progresso, come dovremo mettere la benzina.
Ma che guerra si potrebbe fare ad un sistema che già ora ti costringe all'utilizzo del self service?
Sulla rete autostradale è divenuto praticamente impossibile ricevere il servizio alla pompa. O perché assente del tutto, o perché divenuto insufficiente per soddisfare le richieste. Se dovesse realmente dipendere dalle scelte dei consumatori, infatti, dalle lunghe file che si creano alle poche pompe con l'addetto si dovrebbe dedurre che gli automobilisti italiani preferiscono non servirsi da soli.
Non potendo quindi influire sulle scelte di mercato comportandosi da consumatori che scelgono, non rimane che affidarsi a del sano spontaneismo.
Alcune idee:
mettere 1.000 lire di benzina e pagare con biglietti da cento, il tutto lasciando la macchina alla pompa nell'attesa di ricevere il resto (al terzo o al quarto cliente si dovrebbe inceppare il tutto);
all'opposto, fare un bel pieno da centomila e presentarsi con una montagna di monetine, sempre con l'accortezza di lasciare la macchina alla pompa;
non essendo scritto da nessuna parte che per guidare una macchina si debba aver fatto un corso da benzinaio, nulla di più normale che possa capitare l'inconveniente di versare un bel po' di carburante a terra; e per chi avesse la sventura di scivolare, non dimenticare di citare per danni l'esercizio.