In ogni caso, nonostante la campagna elettorale permanente, per cui l'importante è sempre e soltanto sostenere il contrario dell'altro, un elemento comune che ci sta distinguendo da quanto altri paesi europei e gli Usa stanno facendo, è il diverso approccio "sanitario" al problema.
Misure o mezze misure di contenimento che siano quelle adottate dall'Italia, gli altri paesi stanno andando verso la direzione di subire il contagio. Trump e Johnson su tutti: muore tanta gente ogni anno, avanti così senza danneggiare l'economia.
I tedeschi non lo dicono, ma sostanzialmente sono su questa linea, così come i francesi e gli spagnoli.
Probabilmente si è trattato soltanto di una decina o di una ventina di invasati, ma tanto è bastato per costringere i parigini a vivere un clima di guerra e di orrore.
Nessuno parla più del processo a Saddam Hussein. Come se fosse la cosa più normale di questo mondo, un Capo di Stato è sparito nel nulla senza che si sappia se e come potrà avere la possibilità di difendersi di fronte ad un tribunale legittimo.
Con ogni probabilità, l'eventuale processo a Saddam Hussein potrebbe riservare brutte sorprese proprio a chi oggi lo tiene nascosto da qualche parte; e chissà, forse si sta già pensando a qualche soluzione di ripiego.
Tra il serio e il faceto, alcuni spunti di riflessione sulla tragica situazione del diritto internazionale.
L'esecuzione della condanna a morte di Gary Graham pone degli inquietanti interrogativi.
Interrogativi che molte associazioni contro la pena di morte non si pongono o che fanno finta di non vedere, continuando a porre la questione in maniera astratta, come un problema meramente etico, senza cercare di capire come e perché nei democraticissimi Stati Uniti un innocente potrebbe finire condannato a morte.
Diversamente, tra i cittadini americani comincia ad insinuarsi un dubbio atroce, e che cioè il sistema giudiziario americano, ben lungi dall'essere concretamente garantista dei diritti dei cittadini, si stia macchiando di un numero considerevole di omicidi.